Kyra potrei definirla come un adozione difficile avvenuta in un momento delicato della mia vita in cui il mio mondo si stava frantumando, causa un tumore, ed io ero bisognosa di aiuto e non certo ero in grado di darlo. Eri minuscola, tutta pelle e ossa con pochi peli, con la lingua penzoloni ma due grandi occhi espressivi in cerca di amore. Non ti muovevi ma i tuoi occhi disperati hanno fatto la differenza perché lo erano anche i miei.
Non eri in nessun modo autosufficiente e per questo ti avevano buttato come un rifiuto tra i rifiuti e nessuno era disposto a prendersi cura di te, eri solo un mucchietto di ossa pieno di problemi. Ti ho preso nella mia mano e ho deciso che tu povero esperimento di chihuahua andato a male avresti provato insieme a me a sopravvivere.
Quindi non è stata la solitudine a farmi scegliere te, poiché avevo altri tre cani a cui badare, ma quella che definisco una vera scelta d’amore per la vita. Da lì è iniziata la nostra storia durata otto anni un vero record fatto di alti e bassi in cui tu eri diventata una parte di me in tutti i sensi. Mia dolce Kyra mi hai insegnato la pazienza, la resilienza, l’ottimismo, il non arrendersi mai e l’importanza della vita in ogni suo modo e che solo l’amore genera miracoli ed è l’unica scintilla per la vita che va oltre l’infinito.
Da qui è nato il premio “Kyra”perché in fondo tu non sei mai morta e continui ad operare con amore per quegli animali resi disabili dalla follia umana ma che hanno trovato l’amore in quelle persone che rispecchiano l’amore di Dio.
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