
Non c’è, forse, momento più significativo dell’unione tra il trascendente e la secolarizzazione storica come l’inizio del Conclave nella Cappella Sistina per l’elezione del successore di San Pietro a capo della Chiesa Cattolica.
20 secoli di cammino storico che entrano portati da un centinaio di Cardinali provenienti da ogni angolo della terra in una grande sala. In alto l’opera che rappresenta l’unione tra il Divino e l’uomo. Il capolavoro di Michelangelo.
Così attraverso i secoli percorsi dall’umanità attraverso la storia antica, medioevale, rinascimentale, moderna, contemporanea.
Epoche difficili, problematiche, dove è sembrato perdere per l’uomo la speranza. La luce della fede. Guerre, distruzioni e immani tragedie. La perdita di punti di rifermento. Carestie, pandemie. Eppure attraverso tre parole la storia del credere dei nostri avi ha trovato la forza per proseguire il proprio cammino fatto di amore, fede e coraggio. L’opera di Michelangelo per l’incontro tra la terra e il cielo.
Attraverso ogni angolo del pianeta, da ogni regione si sono rimessi in viaggio. Con lingue, tradizioni, dialetti e bagagli diversi. Solo il nome che li rappresenta, li identifica. Cardinali. Con l’obiettivo di eleggere il nuovo successore di San Pietro. Non c‘è nulla di paragonabile in nessun evento politico o religioso in nessuna epoca storica. Il Conclave è sempre lì a ricordarci che anche stavolta verrà eletto il nuovo Papa. Nella città eterna di Roma, nella città del Vaticano. Al chiuso senza contatti con l’esterno nella Cappella Sistina.
In un mondo sempre più profondamente laico, dai funerali di Papa Francesco sono giunti a Roma delegazioni di operatori dell’informazione, della comunicazione per raccontare l’evento del Conclave, aspettando la famosa fumata bianca. Il nuovo Papa. Più numerosi di qualsiasi evento mai accaduto. Capi di Stato.
La forza del trascendente, dello spirito, della religione, del credere. Eppure qualcuno ha detto siamo nell’epoca di internet, telefonino, social o forse sarebbe meglio dire di quello che sarà l’intelligenza artificiale capace di trasformare le nostre vite in maniera impensabile fino soltanto a qualche anno fa.
Il tentativo mal riuscito di banalizzare l’elezione di un nuovo Papa. La politica che tenta di giocare la propria carta. Non regge l’equazione. Non ha mai retto attraverso i secoli. Non regge neanche adesso alla prova dei fatti.
Ai funerali di un Papa come Giovanni Paolo II dopo 26 anni di Pontificato, l’ultima immagine in mondovisione fu il libro del Vangelo che si chiude. Quella immagine fece il giro del mondo non poteva essere altrimenti. Ai funerali di qualche giorno fa il presidente americano Trump si è seduto davanti al presidente di un paese in guerra come ’Ucraina, Zelensky a San Pietro. Si sono guardati negli occhi per parlare di Pace. Da soli. Circondati dai marmi, i capolavori della fede cristiana.
Ancora pochi giorni per l’inizio del concilio. La domanda chi sarà il nuovo Papa. Ci si affida al toto nomine. L’intelligenza artificiale fa capolino. Non poteva essere altrimenti in aiuto, alla ricerca della risposta. Come voteranno i Cardinali. Circa 130. Quale saranno gli accordi, su chi convergeranno le loro scelte. Su quale nome?
Domande che si sono ripetute attraverso i secoli, i momenti storici. Qualcuno ha voluto sintetizzare nella frase il Papa giusto al momento giusto. Poi la storia si ripete. Tutto si ferma. La razionalità, il laicismo rimane a guardare incapace di comprendere. La potenza dell’intelligenza artificiale rimane fuori della porta che si chiude. Non riesce più a dire la sua, non può farlo. Dall’alto la Cappella Sistina guarda, ancora una volta, accoglie, mentre una porta si chiude, in attesa … Attraverso i secoli. In gioco c’è la speranza, del credere dell’uomo.
In un film di qualche anno fa l’attore americano Robert Williams che fa la parte di uno psicologo incontra un giovane ragazzo genio della matematica, della fisica, il film si intitola appunto “Genio Ribelle”. Il ragazzo è un paziente. Seduti su una panchina. Dice Robert Williams al ragazzo: “Saprai tutto di matematica, di scienza, di fisica ma sono sicuro che non sai descrivermi la meraviglia che si prova guardando a testa in su i dipinti dell’opera della Cappella Sistina”.
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