
In un mondo dove tutto corre, dove la realtà sembra già un episodio di Black Mirror, ci ritroviamo sempre più attratti da quelle storie che ci parlano del futuro. Ma non è solo intrattenimento. La fantascienza è una necessità. È il nostro modo di dare forma a ciò che non capiamo, di affrontare l’incertezza con la potenza dell’immaginazione.
“Là fuori ci sono le stelle, e sono una luce nella notte.”
(Blade Runner 2049)

Ogni volta che guardiamo un film di fantascienza, in realtà stiamo cercando noi stessi. Perché la verità è che il futuro non è solo là fuori, ma anche dentro di noi. E il cinema ci permette di esplorare quell’universo interiore, fatto di sogni, paure e domande.
Perché sogniamo il futuro?
Perché il presente ci mette alla prova, ci sfida, ci chiede troppo. E noi abbiamo bisogno di scappare, sì, ma anche di capire. La fantascienza ci offre questo spazio sospeso, dove tutto è possibile, ma dove nulla è gratuito.

“L’immaginazione è l’unica arma nella guerra contro la realtà.”
(Alice in Wonderland… )
Sognare il futuro è una ribellione. Ma non fine a se stessa. È un modo per dire: possiamo essere di più, possiamo inventare nuove strade, nuove versioni di noi stessi.
Capire è il vero viaggio

“La verità è là fuori.”
(X-Files)
Il bello è che, mentre ci perdiamo in galassie lontane o tra le strade bagnate di pioggia di Blade Runner, capiamo cose sul qui e ora. Capiamo che forse, il vero alieno siamo noi. O che il vero viaggio non è nello spazio, ma nel tempo – e quel tempo siamo noi.
“Non si va mai davvero avanti. Tutto ciò che facciamo è trovare nuovi modi di dire le stesse cose.”
(True Detective).
E oggi, in questo 2025 pieno di IA, guerre, scoperte, crisi…
Abbiamo bisogno di storie che ci preparino al caos. La fantascienza ci dice:
“La paura è il killer della mente.”
(Dune)
E ci insegna a guardare oltre, a non fermarci all’apparenza. Perché ogni futuro possibile dipende da cosa decidiamo oggi. E il cinema ci aiuta a vederlo.
Sogni lucidi, sogni forti. Sì, abbiamo voglia di sognare. Ma non sogni banali. Vogliamo quelli che ti scuotono, che ti fanno dire:
“Non so se hai mai guardato negli occhi qualcuno e capito che la sua mente è altrove, in un altro tempo, in un altro posto.”
(Interstellar)
Vogliamo sogni che ci cambino. Che ci facciano sentire vivi in un mondo che a volte sembra spento. E la fantascienza, quella fatta bene, è la scintilla.
In conclusione?

“Tutto quello che abbiamo deciso, ha portato a questo. Adesso scegliamo: che futuro vogliamo?”
(Matrix)
La fantascienza non è fuga. È scoperta. È resistenza. È speranza.
Leave a Reply