Tanti auguri a Clint Eastwood!

È meraviglioso poter festeggiare ancora una volta il compleanno di Clint Eastwood, il più grande cineasta vivente e uno dei migliori di sempre. Forte delle sue decine di film da attore, regista, produttore, musicista, etc., Clint Eastwood arriva a 95 anni potendo vantare un ruolo da protagonista nel Cinema da ormai 60 anni consecutivi. A questo proposito, vorrei lodare la programmazione del canale televisivo Iris che, assieme a Rete4, garantisce ogni settimana la presenza di Eastwood sul piccolo schermo, un’iniziativa che oltre a far contenti gli spettatori garantisce anche un livello molto elevato di qualità del palinsesto, tale da svolgere un vero e proprio compito di divulgazione culturale nel nostro Paese che dovrebbe essere premiata. Ma cosa rende così speciale il signor Eastwood?

In poche parole, è la sua capacità di incarnare allo stesso tempo delle caratteristiche di solito non presenti in un unico artista. Innanzitutto, si tratta di un uomo molto bello, alto e atletico, dal mitico sguardo penetrante. Nonostante questo, egli non saltò le tappe, frequentando la migliore scuola attoriale della California e cominciando piano piano con piccoli ruoli (anche minuscoli) al cinema e in televisione. Difatti, aveva 34 anni quando, quasi per caso, arrivò il grande successo internazionale grazie a Sergio Leone. Però, come i migliori, anche dopo il riconoscimento egli non smise di perfezionarsi, impegnandosi sempre nei ruoli interpretati così da poter aggiungere qualcosa e raggiungere nuove vette. Egli, infatti, a scapito delle apparenze, è un attore di grande talento e non solo una persona particolarmente fotogenica.

Ma non è finita qui. A questo profilo, che avrebbe condiviso con molti altri, Eastwood è riuscito, infatti, ad affiancare e fondere quello di produttore e di regista di altissimo livello, con un esordio già promettente nel 1971, “Brivido nella notte”, al quale seguirono presto numerosi capolavori. A questo proposito, è doveroso soffermarsi su quanto è accaduto fra il 2003 e il 2008. In questi 5 anni, incredibilmente, un Clint quasi ottantenne è riuscito a trovare la sua apoteosi artistica, proprio nel momento della vita nel quale di solito arriva il declino, regalandoci uno dopo l’altro capolavori immortali come “Mystic River” (2003), “Million Dollar Baby” (2004), “Lettere da Iwo Jima” (2006) e “Gran Torino” (2008). Questi film, fra i massimi risultati del cinema americano di tutti i tempi, sono il frutto di un Clint Eastwood ormai totalmente padrone del mezzo cinematografico, così da poter non solo portare a sintesi ma rilanciare tutto il proprio universo espressivo ed artistico.

Quest’ultimo rappresenta proprio il tassello più raro e prezioso. Difatti, potremmo annoverare molti capaci di essere stati attori e registi di successo, ma quanti sono stati in grado di fare ciò con un rigore artistico ed espressivo di altissimo livello e con una costanza pluridecennale? Veramente possiamo accostare il suo nome a quello di Charles Chaplin e di Orson Welles, con un’importante differenza. Laddove, infatti, questi ultimi, anche per inclinazione politica, hanno sempre voluto essere all’avanguardia, spingendo anche oltre il limite i mezzi tecnici e narrativi della loro epoca, Eastwood ha sempre contato sulla costanza, sull’impegno cioè innanzitutto a tenere un alto standard nei propri film, visivamente ma anche eticamente, puntando proprio sul potere intrinseco di alcuni valori e di alcuni temi fondamentali quali quelli del rapporto tra umano e divino, maschi e femmine, il crimine e la giustizia, cercando di esplorarli e rappresentarli in maniera sempre più approfondita e appropriata. La sua ricerca del bello non ha contato su quanto il cinema potesse realizzare la sua visione ma su quanto i suoi film potessero avvicinarsi alla verità, anche con la V maiuscola. 

Foto prese dal web

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