
L’acufene, quel fastidioso ronzio o fischio all’orecchio percepito senza uno stimolo esterno non è sempre un problema dell’orecchio. Sempre più evidenze cliniche e scientifiche dimostrano che può essere la punta dell’iceberg di una disfunzione molto più ampia, che coinvolge l’Articolazione Temporo-Mandibolare (ATM) e il sistema occlusale dentale.
L’acufene non è solo un problema uditivo
Sì, spesso si cerca l’origine dell’acufene nell’orecchio interno (coclea, nervo acustico), ma in molti casi il problema è somato-sensoriale, cioè deriva da stimoli non acustici, che il cervello interpreta come suono. E qui entra in gioco l’ATM.
ATM e orecchio: una connessione molto più stretta di quanto si pensi
Anatomia funzionale
- L’ATM è adiacente al condotto uditivo esterno e alla porzione anteriore dell’orecchio medio.
- I muscoli masticatori (massetere, pterigoidei, temporale) e i muscoli cervicali possono trasmettere tensioni attraverso catene mio-fasciali che influenzano il sistema auricolare.
- La tuba di Eustachio, che regola la pressione nell’orecchio medio, può essere influenzata dal tono dei muscoli parafaringei e del tensore del velo palatino – muscoli collegati alla mandibola.
Risultato: se l’ATM è in disfunzione, può inviare segnali anomali al cervello determinando la percezione di acufene.
Malocclusione dentale: la miccia che accende il fuoco
Una malocclusione (chiusura non corretta tra arcata superiore e inferiore) può alterare profondamente:
- l’equilibrio muscolare tra mandibola, collo e spalle;
- la posizione del condilo mandibolare nella cavità glenoidea;
- la sincronia neuromuscolare tra masticazione, deglutizione e respirazione.
- La posture
- La fonetica
Tutto questo crea stress meccanico e neuromuscolare sull’ATM → infiammazione, tensione, spasmo muscolare → acufene.

Il puzzle neurofisiologico: perché sentiamo un suono che non c’è?
- Il trigemino (V° nervo cranico) innerva l’ATM, i muscoli masticatori e parte dell’orecchio medio.
- Il trigemino comunica con i nuclei cocleari e i centri del sistema reticolare del tronco encefalico, dove vengono elaborati i segnali acustici.
- Una disfunzione mandibolare può attivare in modo anomalo questi circuiti → il cervello “crea” un suono inesistente → acufene.

Il ruolo della postura, del bruxismo e dello stress
- Bruxismo notturno e serramento diurno creano iperattività dei muscoli masticatori e sovraccaricano l’ATM.
- Le alterazioni posturali (iperlordosi cervicale, scapole in anteriorizzazione) aggravano la tensione neuromuscolare.
- Lo stress psicoemotivo, attraverso il sistema limbico, peggiora la percezione dell’acufene e amplifica la risposta neurovegetativa (disturbi del sonno, ansia, irritabilità).
La visione psicosomatica e integrata
L’acufene è spesso un segnale del corpo che “urla” un disagio più profondo. I pazienti con acufene di origine ATM:
- hanno una soglia del dolore abbassata;
- vivono in uno stato di allerta costante;
- faticano a disconnettere i pensieri (tipico del sistema simpatico iperattivo);
- possono avere una storia di disturbi cronici somatoformi: colon irritabile, cefalee muscolo-tensive, dolori diffusi;
- Alterazione del proprio equilibrio tra ciò che il mondo gli chiede e ciò che lui vorrebbe fare o essere;
Diagnosi: serve un approccio multidisciplinare

Il paziente va valutato da diverse figure professionali:
- Gnatologo ed odontoiatra specializzato in occlusione e ATM;
- Fisioterapista posturale per valutare catene muscolari e mobilità cervicale;
- Osteopata per il riequilibrio cranio-sacrale;
- Psicologo o terapeuta per gli aspetti emozionali e psicosomatici;
- Otorinolaringoiatra per escludere patologie cocleari o neurosensoriali.
- Oculista per valutare rotazioni da correzione visiva;
Trattamento: il bite inferiore rigido, da solo non basta ma è indispensabile per il percorso di guarigione
Il classico bite plane è solo un pezzo del puzzle. Va continuamente controllato per leggere la risposta del corpo al tentativo di allineamento (Settimanalmente poi trovato l’equilibrio si può rallentare il ritmo dei controlli)
Serve una strategia sinergica e personalizzata, che può includere:
- Armonizzazione occlusale: ortotico neuromuscolare, correzioni ortodontiche o protesiche.
- Verifica con T Scan II: i rapporti occlusali della mandibola con il mascellare, punti di precontatto e rotazione della mandibola.
- Terapie manuali: manipolazioni osteopatiche, tecniche miofasciali, cranio-sacrali.
- Fisioterapia ATM e cervicale.
- Terapie psico-corporee: mindfulness, tecniche di rilassamento, biofeedback.
- Educazione e igiene comportamentale: no serramento, corretta postura, stretching mandibolare.
- Nutrizione e integrazione: evitare infiammatori (zuccheri, latticini, glutine in caso di sensibilità), magnesio, omega 3, fitoterapici calmanti.
L’acufene legato all’ATM e alla malocclusione è una sfida clinica complessa ma affrontabile. Ignorarlo o trattarlo come un semplice disturbo uditivo è un errore. Serve una visione d’insieme, integrata e personalizzata, capace di unire sapere tradizionale e approcci innovativi.
Il nostro corpo parla. e l’acufene, spesso, è il suo grido d’aiuto. Sta a noi ascoltarlo e agire con consapevolezza.
Grafici e schemi
1. Mappa delle connessioni neuromuscolari tra ATM e orecchio
- Schema con:
- Muscoli masticatori (massetere, pterigoidei, temporale)
- Tuba di Eustachio
- Trigemino e nervo facciale
- Nuclei cocleari
2. Catene miofasciali e postura
- Immagine del corpo con:
- Linee che partono dalla mandibola e arrivano al collo, spalle, schiena
- Connessione con sistema posturale
3. Tabella comparativa: acufene cocleare vs acufene somato-sensoriale
Caratteristica | Acufene Cocleare | Acufene Somato-Sensoriale |
Origine | Interno dell’orecchio | Mandibola / muscoli |
Tipo di suono | Fischio, fruscio | Click, rumori intermittenti |
Variazione con movimento mandibola | No | Sì |
Trigger emotivo/stress | Moderato | Elevato |
Coinvolgimento muscolare | Assente | Presente (bruxismo, tensioni) |
Serve per educare il paziente a capire che il suo acufene potrebbe non essere un problema otorino.
4. Time line del percorso terapeutico integrato
In 6 step:
- Prima visita multidisciplinare
- Rilievo dell’occlusione e postura
- Rilevamento dati con T Scan II
- Inizio terapia con bite o ortotico
- Fisioterapia/osteopatia/psicoterapia
- Rieducazione funzionale e posturale
- Follow-up a lungo termine
- Controlli vari con T Scan II

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