Batte al ritmo di Chopin il cuore pulsante di Varsavia

Tenue e delicato, ma allo stesso tempo intenso e ricco di sfumature. Camminare senza meta per le vie di Varsavia, in una giornata uggiosa, ha lo stesso ritmodel famosoNotturno in Mi bemolle maggiore di Fryderyk Chopin, il compositore chenella cittàpolacca vi lasciò letteralmente il cuore. Precisamente nella chiesa barocca della Santa Croce che, arroccata lungo la centrale Krakowskie Przedmieście, di fronte al campus principale dell’Università, è illuogo ideale dove scopriretesori inaspettati mentre ci si ripara dalla pioggia e dalle temperature rigide.

Come la cappella, entrando, sulla destra, dedicata a San Giovanni Paolo II ed eretta in memoria della sua prima visita da pontefice in Polonia nel 1979, o quel pilastro, nella navata principale, sulla sinistra, in cui è conservata la reliquia di Chopin, ilpoeta del pianoforte che tutti (o quasi) credono francese (lo era solo di padre). “Gdzie skarb twój, tam serce twoje” (“Dov’è il tuo tesoro, là vi è il tuo cuore”) recita l’iscrizione, tratta dal Vangelo di Matteo, sull’alta colonna marmorea sormontata da un busto del musicista e attorniata da due angeli.

Legato alla sua terra natale, la Polonia, ma costretto a lasciarla a causadel dominio zarista, Chopin intraprende la carriera di musicista prima in Austria e poi in Germania. Nel 1832 si stabilisce definitivamente a Parigidove, nel 1847, muore di tubercolosi a soli 39 anni.Il suo corpo è sepolto nel cimitero di Pere Lachaise nella capitale francese, ma il suo cuore, come espressamente richiesto sul letto di morte, ha fatto ritornoa Varsavia. Leggenda narra che a riportarlo in patria, all’interno di un’urna contenente cognac, sia stata la sorella Ludwika. Pareche durante il tragitto, per sfuggire ai controlli al confine tra Prussia e Polonia, l’abbia tenuta nascosta sotto la gonna. Conservato dapprima da alcuni parenti, per poi giungere alla Chiesa della Santa Croce, il cuore del compositore polaccoè stato risparmiato anche dai nazisti durante l’occupazione del paese negli anni della seconda guerra mondiale, probabilmente per via della forte influenza che musicisti tedeschi, quali Beethoven, hanno avuto su Chopin.

Cessa la pioggia, ma la musica continua. È tempo di godersi i timidi e miti raggi di sole e di continuare a sognare a occhi aperti comodamente seduti su una delle panchine musicali disseminate traPiazza Krasinkich e Via Miodowa. Pigiando un pulsanteè, infatti, possibile viaggiare nel tempo al ritmo di un Preludio, di una Mazurkao di un Valzer di Chopin. Innumerevoli, poi, i concerti, organizzati ogni giorno nel centro di Varsavia, di pianisti che eseguono brani del grande compositore polacco. I più famosi sono quelli che si svolgono in primavera e in estate ai piedi del monumento di Chopinseduto sotto un salice, nel suggestivo Parco Reale Lazienki.

Non solo la musica, ma Varsavia custodisce anche l’anima e i pensieri più profondi del compositore. Poco distante dal centro storico, il museo interattivo dedicato a Chopin ospita oltre 7500 pezzi da collezione tra cui autografi delle sue opere, partiture manoscritte, lettere, schizzi ed esercitazioni e calchi della sua mano. Tra questi, fa capolino l’ultimo pianoforte Pleyelsu cui l’artista ha posato, incantando il mondo, le sue dita. E nel cuore risuona, forte e decisa, la Polacca in La bemolle maggiore.

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