Variopinte e vibranti, traboccanti di rose, violette e peonie. Sono le oltre cento opere di Marc Chagall che fanno esplodere la primavera in Puglia, già accarezzata damiti raggi di sole e pronta ad accogliere i primi turisti. Provenienti da collezioni private, i capolavori saranno in mostraal Castello Conti Acquaviva d’Aragona di Conversano, in provincia di Bari, (a pochi chilometri dalla famosa e blu dipinta di blu Polignano), fino al prossimo 27 ottobre.
Nell’esposizione, organizzata dall’associazione Arthemisia e curata da Dolores Duran Ucar, una delle più importanti studiose di Chagall, non solo dipinti ma anche, litografie, xilografie, disegni, acquerelli e incisioni, ognuno dei quali ci racconta una storia, piena di luce,del grande maestro del ‘900.
«Bastava che aprissi la finestra della mia camera e vi entravano l’aria blu, l’amore e i fiori» affermava l’artista innamorato «del lato invisibile, quello della forma e dello spirito, senza il quale la verità esterna non è completa», della natura e della bellezza, della poesia (scrisse lui stesso diverse raccolte di liriche) e di Parigi, la sua seconda casa, in grado di illuminare il suo «mondo oscuro, come se fosse stata il sole».
Ebreo e costretto a lasciare la sua terra natale, Vitebsk, in Bielorussia, per motivi religiosi, si trasferisce in Francia. L’avvento dellaseconda Guerra mondiale lo costringerà a scappare prima in Spagna, poi in Portogallo e ancora negli Stati Uniti. Farà ritorno in Francia nel 1948, dove resterà fino alla sua morte (a 98 anni) nel 1985.
Una vita travagliata, segnata dallo sradicamento, dalle persecuzioni, da guerre e rivoluzioni,e dalla prematura perdita della moglie nel 1944, che lo porteranno a sviluppare uno stile personalissimo in cui la realtà si fonde (e si confonde) con i ricordi d’infanzia, la fantasia e con il sogno. Per la precisione, un Sogno d’amore, (si intitola così la stessa mostra), unico barlumedi speranza, negli anni ’40 e ancora oggi, in un mondo ridotto in brandelli da guerre.
«Nella vita, proprio come nella tavolozza dell’artista, c’è un solo colore che dona senso all’arte e alla vita stessa. Il colore dell’amore»dichiarava,infatti, lo stesso Chagall. Un colorein grado di trascendere le forme e di superare la forza di gravità, fino a far fluttuare, leggeri, i corpi, come nelle favole.E così l’azzurro del cielo, il candore della neve, i fiori, gli animali e gliacrobatidel circo diventano tutt’uno in un mondo parallelo, che prende vita sulla tela, pieno di libertà edi tinte accese.
Un mondo in cui c’è spazio anche e, soprattutto, per Dio e per la Bibbia, considerata da Chagalltra le più importanti fonti di poesia e di arte. «Fin dall’infanzia sono stato affascinato dalla Bibbia (…). Da allora ho cercato il suo riflesso nella vita e nell’arte. La Bibbia è l’eco della natura, il mio tentativo di trasmettere questo mistero». Proprio in apertura della mostra,24 litografie raccontano la storia dell’Esodo, che diventa allegoria dell’invasione nazista della Francia durante la seconda Guerra mondiale. Per realizzarle al meglio, l’artista intraprende un viaggio sui luoghi delle vicende narrate dai testi sacri, tra Egitto, Siria e Palestina.
Un viaggio che, insieme ad altri, rivive, adesso, fulgido, negli occhi pieni di meraviglia di centinaia di visitatori in questo angolo di Puglia immerso tra ulivi, antichi vicoli e brezza marina. Un sogno d’amore.
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