Il Silenzio della dignità

Separate con figli, immigrate o anziane rimaste sole: la povertà oggi in Italia aggredisce soprattutto queste donne e toglie loro tutto, anche la casa. Per Questa è un’emergenza di cui si parla poco e che fino ad ora si riesce un po’ a tamponare attraverso le associazioni. Nell’ultimo anno le richieste d’aiuto sono aumentate più del 25% e le richieste sono di donne che hanno in comune oltre l’emarginazione anche la vergogna della loro misera condizione. Se la povertà in senso assoluto continua ad aumentare, aumenta di più quella femminile, di cui però ci rendiamo conto solo quando esplode: le donne guadagnano, a parità di lavoro, 3.000 euro in meno degli uomini, e la loro ricchezza è più bassa di quella maschile del 25%. Quando rimangono vedove o si separano il rischio di indigenza è più forte e più alto di quello degli uomini. Per quanto riguarda quelle donne che subiscono violenza nell’ambito familiare la nuova emergenza che viene a sorgere è quella abitativa. Nel 50% dei casi la donna non resta nell’abitazione coniugale e spesso rinuncia anche al mantenimento pur di tagliare i ponti con l’uomo violento.

Questo vuol dire dover cercare casa. Se 30 anni fa la donna vittima di violenza usciva dalla violenza in sei mesi, oggi resta in casa rifugio per due anni, proprio per l’impossibilità di potersi pagare bollette e affitto.

Ma il problema che rimane sempre a prescindere dalle contingenze economiche è la difficoltà e paura di denunciare l’uomo violento tanto che si può affermare tristemente che il pudore delle donne, a volte, è la loro stessa prigione.

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