La poliomielite mi ha salvato la vita

L’imprenditore Tonino Boccadamo saluta i lettori di Impronte e si apre nel racconto della sua incredibile vita

 Incontro con immenso piacere i lettori del nuovo giornale di approfondimento culturale Impronte perché so di avere molto da condividere con loro, soprattutto se avranno la volontà di lasciarsi prendere per mano in un viaggio dell’anima.

Sono Tonino Boccadamo, ho 63 anni, sono un imprenditore, realizzo gioielli e qui vi racconto perché la poliomielite mi ha salvato la vita.

Ho trascorso i primi 15 anni della mia esistenza entrando e uscendo dagli ospedali per aver contratto la poliomielite da bambino. Ho imparato a leggere all’età di 9 anni perché le continue operazioni cui sono stato sottoposto mi hanno costretto a rimandare l’ingresso nella scuola dell’obbligo. Nel frattempo, però, non sono rimasto ad aspettare: volevo essere come tutti gli altri bambini e imparai a memoria tutte le preghiere e il catechismo di preparazione alla Prima Comunione.

Ricordo quel lungo tempo come un momento difficile, buio, doloroso, un inferno terreno che rischiava di inghiottirmi.

Io, però, volevo uscire da quell’inferno e l’età dell’adolescenza è stata il primo passo per iniziare ad ascoltare la mia “vocina”, una forza incredibile che pian piano è diventata enorme e ancora oggi mi guida in ogni scelta.

Ero un amante dei gioielli e delle pietre preziose e realizzavo nella mia cameretta piccole creazioni, immaginando di vederle indosso a donne sorridenti e felici.

La mia voglia di riscatto è arrivata poco dopo, con i primi riscontri positivi alla mia idea di fare impresa ed è stato allora che la vita ha iniziato a sorridermi.

Ho fatto quello che nessuno si aspettava da me, superando il conflitto (che non ho mai smesso di provare da allora) tra momenti di sconforto e preghiere: ho promesso a me stesso che, nonostante le difficoltà fisiche, niente mi avrebbe impedito di realizzare i miei sogni.

Ecco, è così che ho fatto resilienza, decidendo di volgere lo sguardo verso la bellezza dei sensi, verso il senso della bellezza, che tutti i giorni abbiamo sotto gli occhi troppo spesso dimenticandocene. Ricordo bene il momento in cui ho capito di potercela fare: quando i miei sogni hanno incontrato i sogni delle donne e delle persone che avrebbero indossato le mie creazioni. No, non parlo della beltà che dà soddisfazione alla vista, mi riferisco ad un concetto di bellezza che riesce a donare soddisfazione a tutti i sensi e che può toccare un livello più profondo, quello del “benessere”.

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