Letteratura e vita

VERGA. “L’INUTILE LOTTA PER LA VITA?”

Ogni individuo, venendo al mondo, deve confrontarsi con ciò che lo circonda e gli atteggiamenti possono essere diversi: di accettazione, di sfida, di isolamento…ma è poi veramente così?

Non si tratta di essere pessimisti, ma realisti! Quando le cose vanno bene, quando il cammino procede lineare, è facile raggiungere positivi risultati, ma quando tutto è in salita? Lo scoraggiamento è dietro l’angolo, a meno che non ci sia il sostegno della fede, oppure il “puntello” di qualcosa che offra una spinta per riprendersi.

Verga, a differenza di Manzoni, che risolve i problemi degli umili con l’affidarsi alla Provvidenza divina, vede, nel cammino dei suoi personaggi, la forza indomabile del destino, che li condiziona anche quando i loro sforzi sembrano vicini al successo. Mastro don Gesualdo, per esempio, faticherà tutta la vita per cancellare quel “mastro”, che sta ad indicare il proprio punto di partenza lavorativo e, anche se decenni di sacrifici lo porteranno ad un benessere e ad una condizione economica elevata, potendo fregiarsi del “don”, resta l’ossimoro ad etichettarlo negativamente.

Oggi le cose sono cambiate? La società accetta il nostro progresso sociale (per Verga è impossibile la mobilità sociale), senza rinfacciarci le origini? La risposta appare scontata: certo! Quanti tra attori, imprenditori, cantanti, ecc…, vengono dal nulla e poi raggiungono una appagante posizione sociale e godono di un prestigio e rispetto senza precedenti? Il “per sempre”, però, non è scontato. Assistiamo continuamente a parabole contrarie, con linciaggi in diretta e senza appello, per un errore, per una debolezza, per non essersi allineati alla idea dominante!

L’amara conclusione è che la lotta per la vita è scontata, ma il successo, a volte, si paga con l’indifferenza, con la gelosia, con facili condanne senza appello, perché c’è sempre pronta una “livella” a far pareggiare i conti.

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