Letteratura e vita – Giacomo Leopardi: un incompreso?

La riflessione su questo gigante della nostra letteratura, nasce da dei luoghi comuni e da un servizio che la scuola non ha fatto a lui e alle generazioni di studenti, spesso poco interessati ad uno scrittore, definito frettolosamente e a priori pessimista, quando altri autori, risultano poi decisamente meno ottimisti. Non vogliamo e non possiamo dire che il grande recanatese abbia una visione rosea della realtà, ma sicuramente realistica, razionale, oggettiva dell’esistenza, con un sottofondo

ironico, che fa sorridere e pensare, basti prendere in considerazioni le Operette morali, che rivelano un autore moderno e scatenato nel gioco delle riflessioni.

Non vogliamo e non possiamo dire che il grande recanatese abbia una visione rosea della realtà, ma sicuramente realistica, razionale, oggettiva dell’esistenza, con un sottofondo ironico, che fa sorridere e pensare, basti prendere in considerazioni le Operette morali, che rivelano un autore moderno e scatenato nel gioco delle riflessioni.

Ritornando al pensiero di Leopardi e confrontandolo con quello dei nostri giorni, le distanze non appaiono così stratosferiche… Partiamo dalle considerazioni sulla vita. Leopardi, con profonde analisi filosofiche ed esistenziali (forse qui è la distanza, ma non le conclusioni), afferma che l’uomo nasce nel pianto e conclude la vita nel dolore. Il poeta ci spiazza, cosa rispondergli? Il primo gesto concreto del bambino è un grido liberatorio e doloroso, basti pensare a quell’aria che improvvisamente fa breccia nei polmoni e avvia, con lacrime cariche di sofferenza, la nascita. Stesso discorso vale per la morte: nessuno con piacere vuole allontanarsi dalla vita, vecchi e tanto più giovani, credenti o no, santi e lo stesso Cristo che invocava il Padre di allontanare da Lui quel calice amaro!

Allora, ci troviamo di fronte ad un pessimista? La vita è questa, ma preferiamo ignorarne gli aspetti più brutti, quasi per esorcizzarla…quando le cose capiteranno, ci penseremo, ma non potrebbe essere troppo tardi? Leopardi ha i piedi ben piantati sulle proprie razionali certezze: se gli altri vorranno ignorare la realtà, peggio per loro o meglio, il poeta li soccorrerà con un generoso senso di fraternità, che sente ed esprime nelle sue ultime riflessioni… La metafora della ginestra, il fiore del deserto, che sopravvive e fiorisce nei luoghi più aridi

(anche sulle pendici del Vesuvio), rappresenta un concreto messaggio di solidarietà ad una umanità destinata a soffrire:il male non si può cancellare né ignorare, ma assieme, senza illusioni, possiamo e dobbiamo sopravvivere, sfidando le prove peggiori che ci si presentano…consapevoli che insieme la lotta così potrà essere meno dura.

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