Nuovo capolavoro di Kevin Costner al Cinema.

Che ci si creda o meno, Kevin Costner ha diretto solo 4 film: “Balla coi Lupi” (1990), “L’Uomo del Giorno Dopo” (1997), “Terra di Confine” (2003) e adesso quest’ultimo, vero capolavoro, “Horizon”. Si tratta di un progetto che da subito entra nella storia del Cinema e non solo per il regista (e interprete) ma perché si tratta di una saga in 3 capitoli, 3 lunghi film diversi, che cerca di narrare la Frontiera Americana come mai prima d’ora. C’è un motivo se l’opera è stata concepita in questo modo. Difatti, dopo alcuni anni in cui il suo successo era nettamente calato, Kevin Costner è tornato alla grande fama internazionale grazie alla televisione con la serie “Yellowstone” (2018), sorta di Western contemporaneo. Parlo di televisione ma dovrei più correttamente usare il termine: “piattaforme”. 

Difatti, lo stile di “Yellowstone” è caratterizzato da quel tipico ritmo “annacquato” in cui il racconto viene effettivamente narrato in tempi eccessivamente lunghi che difficilmente mantengono intatto il pathos, nonostante (o forse anche a causa) degli improvvisi colpi di scena. Ecco quindi la grande impresa: recuperare la forma filmica (nello splendore registico di Costner) combinandola magistralmente con lo stile Netflix. Il risultato è un portentoso capolavoro, così meravigliosamente sospeso fra Sergio Leone, Clint Eastwood e le serie dei nostri tempi, articolato appunto in 3 capitoli, il primo già nelle sale, il secondo in uscita nel mese di agosto e il terzo successivamente. 

In particolare, colpisce nel film la capacità di narrare attraverso gli occhi di molti personaggi, compresi donne, bambini, Indigeni e persino Cinesi, ognuno alle prese con la propria vicenda e la propria posizione geografica (la Frontiera infatti viene rappresentata longitudinalmente) eppure partecipe di un più grande racconto per non dire di un destino collettivo. E qui il film assume anche una valenza intellettuale. Infatti, questo “orizzonte” che viene irresistibilmente inseguito, questa spinta folle verso Ovest, viene tratteggiato anche nella sua valenza negativa e in particolare quella truffaldina: l’espansione degli Stati Uniti, il Sogno Americano, viene rivelato (anche) come un raggiro, una pubblicità ingannevole, che promette la realizzazione di sogno che è una menzogna a scopo di lucro. 

Insomma, “Horizon” riporta alla ribalta e fa crescere il genere Western, compito che Kevin Costner svolge ormai regolarmente, in diverse vesti, da circa 40 anni, come testimoniato già dal film “Silverado” (1985). Se si vuole approfondire,  segnalo che di “Yellowstone” esiste anche un prequel, l’antecedente, ovvero “1883”, miniserie del 2021, e anche “Longmire” (2012-2017), incredibile serie sempre di Western contemporaneo che segue le indagini di uno sceriffo del Wyoming.

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