Piccole rondini nere e bianche, ospiti frequenti sui nostri tetti.

Chi sono queste rondini?

  • Rondine comune (Hirundo rustica): dorso blu‑nero lucido, ventre chiaro, coda lunga e biforcuta. Nidifica sotto i nostri tetti in nidi di fango a forma di coppa con “porticina” aperta.
  • Rondine montana (Ptyonoprognerupestris): più sobria nel piumaggio, senza lunga coda biforcuta e con macchie bianche tra le penne caudali; preferisce superfici rocciose, ma occasionalmente si avvicina alle costruzioni.

La migrazione un viaggio epico

  • La rondine comune è una grande migratrice: parte in ottobre e torna in marzo/aprile. Raggiunge l’Africa meridionale (anche Sudafrica), coprendo fino a 11.000 km!
  • Le rondini sud-europee seguono rotte via Gibilterra o valle del Nilo, attraversando il Sahara.
  • La rondine montana, invece, tende a spostarsi meno: rimane nelle zone montane o costiere dell’Europa, con piccole popolazioni stanziali, e può fare fino a due nidiate l’anno

Le abitudini, la dieta e la nidificazione

  • Nidificazione
    • Rondine comune: costruisce nidi di fango sotto sporgenze. Fa 2-3 covate, 4-5 uova ciascuna, con cova di 13-20 giorni e svezzamento intorno ai 20 giorni.
    • Rondine montana: preferisce falesie e pareti, a volte strutture umane. Nidifica solitamente in singoli o piccoli gruppi, 1-2 covate, con 2-5 uova .
  • Alimentazione
    Entrambe si nutrono di insetti catturati in volo: zanzare, mosche, libellule, contribuendo al controllo naturale degli insetti.
  • Comportamento sociale
    • Rondine comune: vive in colonie durante la nidificazione e periodicamente forma grandi dormitori post-riproduzione.
    • Rondine montana: più territoriale, nidifica isolata o in gruppetti, è meno gregaria.

Curiosità interessanti

  • Possono volare fino a 65 km/h e restare in volo per giorni interi.
  • Il maschio di rondine comune ha la coda più lunga rispetto alla femmina: è un segno sessuale, apprezzato dalla femmina.
  • Le loro migrazioni collegate ai nostri tetti simboleggiano speranza e primavera: “ambasciatrici di pace” secondo la cultura popolare.

Perché amano i nostri tetti?

  1. Riparo sicuro, sotto grondaie o cornici.
  2. Materiale da costruzione facile (fango da pozzanghere).
  3. Vicini a cibo abbondante, ovvero insetti nelle zone agricole o domestiche.

Come proteggerle e conviverci

  • Mantenere libere le grondaie ma rispetta i nidi, non distruggerli (protetti dalla legge).
  • Fornire piccoli bacini d’acqua e aree con fango per i nidi.
  • Evitare pesticidi e permetti la presenza di insetti utili.
  • Osservale e goditele: contribuiscono al controllo naturale degli insetti e rappresentano un legame antico tra uomo e natura.

Le rondini che popolano i nostri tetti sono piccole meraviglie migratrici, fondamentali per l’equilibrio ecologico e simbolo di rinascita. Conoscerle significa valorizzarle: una convivenza che aiuta sia l’ambiente sia le nostre emozioni all’arrivo della primavera.

Come costruiscono il loro nido le rondini

1. Raccolta del materiale

  • Le rondini prelevano piccoli carichi di fango da pozzanghere, rive dei fiumi o terreni umidi.
  • Lo trasportano nel becco fino al luogo scelto.

2. Costruzione muraria

  • Il nido viene realizzato a strati, con piccole palline di fango impastate con saliva per fare da collante.
  • La forma è tipicamente a coppa o semisfera chiusa con apertura superiore (specie Delichonurbicum, la rondine di finestra).

3. Rinforzo e imbottitura

  • L’interno viene foderato con piume, fili d’erba, peli raccolti nei dintorni.
  • Serve per proteggere le uova e i piccoli dal freddo e dagli urti.

4. Luoghi preferiti

  • Sottotetti, cornicioni, travi, grondaie, portici, stalle, capannoni: luoghi riparati e difficilmente raggiungibili dai predatori.
  • Le rondini sono fedelissime al sito: tornano ogni anno allo stesso posto.

Piccola poesia del rito popolare (Umbria)

“Rondinelle di ritorno”

Volano alte, tagliando il cielo,
piccole frecce di nero e d’argento,
portano storie da terre lontane,
sospese tra vento, silenzio e tramonto.

Conoscono i mari, le sabbie, le spine,
eppure tornano – sempre – da noi.
Sotto il cornicione, tra i vecchi mattoni,
intrecciano nidi con fango e speranza.

Cantano piano, nel cielo che arrossa,
di stagioni che passano e poi ritornano,
come loro, che migrano e aspettano
la casa, l’amore, la luce del giorno.

Oh piccola rondine, fragile e fiera,
sei l’annuncio d’aprile, la fine d’inverno.
Ti accoglie il mio tetto, come fosse un altare,
e il cuore si apre… ogni volta che torni.

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