Roma e i pappagalli verdi, la città eterna colonizzata dal colore e dal canto tropicale, una presenza che non passa inosservata

Chi vive o passeggia per Roma, soprattutto nei parchi come Villa Pamphili, Villa Borghese, Villa Ada o persino nei giardini del Gianicolo, si sarà accorto di un fenomeno curioso e sempre più frequente: stormi di pappagalli verdi, vivaci, chiassosi e assolutamente fuori contesto.

Non sono un’illusione, non sono evasi dallo zoo: si tratta di vere colonie di Parrocchetti dal collare (nome scientifico Psittacula krameri), ormai residenti fissi nella Capitale.

Da dove vengono?

Originari delle foreste dell’Africa sub sahariana e dell’India, questi pappagalli sono arrivati in Europa e in Italia in modo del tutto accidentale e antropico. Le teorie principali sono due:

  • Fughe accidentali da gabbie private o allevamenti.
  • Rilasci volontari da parte di proprietari che non potevano più tenerli (specie dopo normative più rigide sulla detenzione di animali esotici).

Già dagli anni ’80 e ’90 si registrano i primi avvistamenti, ma è dagli anni 2000 che la popolazione esplode, complice il clima mediterraneo sempre più mite, la scarsità di predatori naturali e l’abbondanza di cibo urbano.

Curiosità che non ti aspetti

  • Possono vivere oltre 25 anni in libertà.
  • Hanno un’intelligenza notevole: riconoscono luoghi, interagiscono tra loro e con l’ambiente umano.
  • Hanno una dieta flessibile: frutta, semi, bacche, pane, avanzi, anche rubati dai pic-nic dei romani.
  • Sono monogami: formano coppie stabili e nidificano nelle cavità degli alberi, spesso a scapito di uccelli autoctoni.

Rischi e impatti sulla biodiversità

Se da un lato questi pappagalli colorano e animano i cieli romani, dall’altro non mancano le problematiche:

  • Competizione aggressiva con le specie locali, in particolare  i passeri e gli storni.
  • Danni agricoli nelle zone più verdi, dove attaccano frutteti e orti urbani.
  • Inquinamento acustico: i loro richiami sono forti e continui, e possono disturbare anche di notte.
  • Rischi sanitari limitati ma non nulli: trasmettono malattie aviarie se entrano in contatto con allevamenti o volatili da cortile.

Cosa si sta facendo?

L’Italia non ha ancora un piano nazionale di gestione, ma a livello europeo il parrocchetto dal collare è inserito tra le specie invasive da monitorare. Alcuni comuni (non Roma al momento) hanno avviato campagne di controllo e studio.

Un simbolo del nostro tempo

I pappagalli verdi a Roma non sono solo un fenomeno biologico: sono lo specchio di un’epoca di mescolanze, cambiamenti climatici e urbanizzazione estrema. Piacciono ai turisti, incuriosiscono i bambini, fanno discutere gli ecologisti. Sono, nel bene e nel male, nuovi cittadini della Città Eterna.

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