Molti studi sono stati fatti su quella che viene definita la “soft power”, ma oggi credo vi sia ancora la necessità di una ponderazione interdisciplinare su questo argomento, in particolar modo alla luce delle scoperte fatte nei campi delle neuroscienze e della fisica. Scoperte che hanno causato una modifica sostanziale dei progressi tecnologici, che a loro volta hanno sconvolto i nostri ritmi di vita e il modo in cui comunichiamo, modificando le nostre abitudini e il nostro cervello neoplastico. Entrano in gioco materie quali la finanza decentralizzata, la cybersecurity, l’intelligenza artificiale, e non ultime, le medicine quantistica e di precisione, in uno scenario la cui fortissima accelerazione somiglia a quella che subiscono le galassie in prossimità di un buco nero. La domanda è legittima: ci stiamo avvicinando pericolosamente a quello che viene definito l’orizzonte degli eventi, ovvero il limite massimo oltre il quale regna l’oblio?
La terza scienza, ovvero lo studio dei sistemi adattivi complessi e dei loro flussi, sarà il punto di partenza del presente enunciato, che grazie all’analisi comparativa di tanti documenti, manuali e libri (vedi allegato A) e in forza dell’indispensabile contributo di molti ricercatori e studiosi (vedi allegato B) affronterà l’analisi della soft power, prendendo in esame la storia e i suoi personaggi (vedi lista C), la medicina, la fisica, la chimica, passando per la quantistica e le scienze politiche, la finanza, l’economia e la tecnologia, cercando di mostrare una giusta prospettiva finalizzata all’uso di quella che definisco una vera scienza strategica delle relazioni.
Lo scopo di questo lavoro è proprio quello di far confluire in esso diverse visioni degli studi e generare a suffragio di questa scienza quello che in matematica viene definito “mostro multidimensionale”. Ciò al fine fare chiarezza sull’argomento e portare nuove frecce nella faretra di colui che si trova a confrontarsi con un mondo circostante in frenetica evoluzione.
N.B. allegati in fase di elaborazione
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