La Chiesa è sempre per la pace

Il mondo è attanagliato da guerre di cui sentiamo quotidianamente notizie e, le informazioni che provengono dalle varie aree geografiche, non sembrano portare vento di speranza.

 Nonostante questi atroci scenari, dobbiamo farci forti nella nostra fede della forza della preghiera. È infatti insito ed imprescindibile nella nostra fede la volontà di non ferire l’altro, pertanto è connaturata l’avversione totale alla guerra nella Chiesa. Proprio per questo vediamo che nel susseguirsi della storia umana, ogni pontefice, che in epoca moderna, è salito al Soglio Pontificio, ha sempre sottolineato la bruttura, la sofferenza e la disperazione che ogni conflitto armato porta con sé. I pontefici che si sono susseguiti nella storia moderna, da Pio XII (1939) a Papa Francesco si sono difatti sempre espressi negativamente sulla guerra.

Facendo un breve excursus storico emerge dunque molto chiaramente l’impegno della Chiesa Universale per scongiurare le guerre.

  Papa Pacelli si scontrò con la bruttura della seconda guerra mondiale e il 24 agosto del 1939, in radiomessaggio rivolto ai governanti ed ai popoli per l’imminente pericolo della guerra, affermò: “È con la forza della ragione, non con quella delle armi, che la Giustizia si fa strada. E gl’imperi non fondati sulla Giustizia non sono benedetti da Dio. La politica emancipata dalla morale tradisce quelli stessi che così la vogliono. Imminente è il pericolo, ma è ancora tempo.

Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a comprendersi. Riprendano a trattare. Trattando con buona volontà e con rispetto dei reciproci diritti si accorgeranno che ai sinceri e fattivi negoziati non è mai precluso un onorevole successo”.

Il 25 ottobre 1962 Papa Giovanni XXIII in un messaggio alla Radio Vaticana faceva con forza un appello alla pace affermando con sentite parole, particolarmente rivolte ai governanti degli Stati Uniti D’America e a quelli dell’Unione Sovietica nel pieno della crisi dei missili a Cuba: “Con la mano sulla coscienza, che ascoltino il grido angoscioso che, da tutti i punti della Terra, dai bambini innocenti agli anziani, dalle persone alle comunità, sale verso il cielo: pace! Pace! Noi rinnoviamo oggi questa solenne implorazione”.

Papa Paolo VI il 4 ottobre 1965 in visita all’ONU (la prima di un pontefice) lanciò un forte appello contro la guerra. La Guerra Fredda ancora teneva diviso il modo in due e in quel momento si svolgeva anche la guerra in Vietnam e in Congo.  Le parole, pronunciate in francese, di Papa Montini risuonarono con forza dal Palazzo di Vetro: “Mai più la guerra, mai più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei popoli e dell’intera umanità”.

Pur se il suo pontificato è durato purtroppo solo trentatré giorni Papa Giovanni Paolo I nell’Angelus del settembre del 1978, alla vigilia del summit sul conflitto arabo-israeliano negli Usa, esprime chiaramente il proprio pensiero sulla guerra condannandola fortemente, affermando: “Di pace hanno fame e sete tutti gli uomini, specialmente i poveri che nei turbamenti e nelle guerre pagano di più e soffrono di più”… “ Anche il Papa, ha pregato, ha fatto pregare e prega perché il Signore si degni di aiutare gli sforzi di questi uomini politici…”.

Papa Giovanni Paolo II esprime nella preghiera per la pace del 2 febbraio 1991 il dolore per la guerra che si consumava nella regione del Golfo e, dopo l’Angelus recita questa supplica:

In quest’ora

di inaudita violenza

e di inutili stragi,

accogli, Padre,

l’implorazione che sale a te

da tutta la Chiesa,

orante con Maria, Regina della pace:

effondi sui governanti

di tutte le nazioni

lo Spirito dell’unità e della concordia,

dell’amore e della pace,

perché giunga presto

a tutti i confini

l’atteso annuncio:

è finita la guerra!

E, ridotto al silenzio il fragore delle armi,

risuonino in tutta la terra

canti di fraternità e di pace”.

Papa Benedetto XVI nel messaggio per la giornata della pace del 1° gennaio 2006 dal titolo “Nella verità la pace” fortemente prende posizione contro chi nega la pace e afferma: “Al giorno d’oggi, la verità della pace continua ad essere compromessa e negata, in modo drammatico, dal terrorismo che, con le sue minacce ed i suoi atti criminali, è in grado di tenere il mondo in stato di ansia e di insicurezza”.

Il Santo Padre Benedetto XVI in questo messaggio fa riferimento ad alcuni suoi grandi predecessori come Giovanni Paolo II e Paolo VI e sottolinea anche: “Il nome stesso di Benedetto, che ho scelto il giorno dell’elezione alla Cattedra di Pietro, sta ad indicare il mio convinto impegno in favore della pace. Ho inteso, infatti, riferirmi sia al Santo Patrono d’Europa, ispiratore di una civilizzazione pacificatrice nell’intero Continente, sia al Papa Benedetto XV, che condannò la Prima Guerra Mondiale come «inutile strage» e si adoperò perché da tutti venissero riconosciute le superiori ragioni della pace”.  Papa Ratzinger afferma in questa occasione anche: “Il tema di riflessione di quest’anno — «Nella verità, la pace» — esprime la convinzione che, dove e quando l’uomo si lascia illuminare dallo splendore della verità, intraprende quasi naturalmente il cammino della pace”.

Come tutti i suoi predecessori, Papa Francesco torna sempre sulla necessità vera ed imprescindibile della pace nel modo. Il suo intervento per la pace nel conflitto ucraino- russo non ha tardato, così come nel più recente conflitto israelo-palestinese. Questi nostri giorni sono veramente vissuti con un’apprensione mondiale per le sorti dell’umanità, in quanto nuovamente la guerra da taluni potenti è tornata ad essere non sono considerata come possibilità, ma addirittura messa in pratica.

Per invocare ancora e ancora la pace, Papa Francesco il 6 ottobre scorso nella Basilica di Santa Maria Maggiore invoca la Nostra Madre Celeste presiedendo la recita del Santo Rosario invocando: “…E ora ti supplichiamo: accogli il nostro grido! Abbiamo bisogno del tuo sguardo amorevole che ci invita ad avere fiducia nel tuo Figlio Gesù. Tu che sei pronta ad accogliere le nostre pene vieni a soccorrerci in questi tempi oppressi dalle ingiustizie e devastati dalle guerre, tergi le lacrime sui volti sofferenti di quanti piangono la morte dei propri cari, ridestaci dal torpore che ha oscurato il nostro cammino e disarma i nostri cuori dalle armi della violenza, perché si avveri subito la profezia di Isaia: «Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra» (Is 2,4).

Rivolgi il tuo sguardo materno alla famiglia umana, che ha smarrito la gioia della pace e ha

perso il senso della fraternità. Intercedi per il nostro mondo in pericolo, perché custodisca la vita e

rigetti la guerra, si prenda cura di chi soffre, dei poveri, degli indifesi, degli ammalati e degli afflitti,

e protegga la nostra Casa Comune.

Invochiamo da te la misericordia di Dio o Regina della pace! Converti gli animi di chi

alimenta l’odio, silenzia il rumore delle armi che generano morte, spegni la violenza che cova nel

cuore dell’uomo e ispira progetti di pace nell’agire di chi governa le Nazioni.

O Regina del santo Rosario, sciogli i nodi dell’egoismo e dirada le nubi oscure del male.

Riempici con la tua tenerezza, sollevaci con la tua mano premurosa e dona a noi figli la tua carezza

di Madre, che ci fa sperare nell’avvento di nuova umanità dove « … il deserto diventerà un giardino

e il giardino sarà considerato una selva.

Nel deserto prenderà dimora il diritto e la giustizia regnerà nel giardino. Praticare la giustizia darà

pace…» (Is 32,15-17).

O Madre, Salus Populi Romani, prega per noi!”

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