
Sabato 26 aprile 2025 alle ore 10.00, primo giorno dei Novendiali, sul sagrato della Basilica di San Pietro viene celebrata la Santa Messa esequiale di papa Francesco, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis (nn. 82-109).
Immagini della chiusura della Bara






La Liturgia esequiale sarà presieduta da Sua Eminenza Reverendissima, il Signor Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio.
Al termine dei funerali, il feretro sarà portato di nuovo nella Basilica di San Pietro per poi essere trasportato nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in corteo per un tragitto di sei chilometri e lì Bergoglio sarà sepolto.
E’ stato definito spesso il papa della “prima volta”, partendo dal suo affaccio immediatamente dopo l’elezione, il 13 marzo 2013, quando si rivolse alla Piazza festosa con quel: “buona sera”.
È stato il primo pontefice a non voler abitare nel Palazzo Apostolico, scegliendo di risiedere a Casa Santa Marta ed è stato il primo papa argentino e il primo papa gesuita.
Al secolo Jorge Mario Bergoglio, nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936 da genitori emigranti piemontesi in una famiglia numerosa con cinque figli.
È stato raccontato come un pastore semplice, che nella capitale argentina si spostava anche in metropolitana e con gli autobus.
Un pontificato molto amato e moltissimo criticato, a causa di tutte quelle “rivoluzioni” che ha apportato.
Nella sostanza ha continuato a fare il pastore più che il Papa. Ha infatti “destrutturato” la figura del pontefice che tutti abbiamo conosciuto. È stato per questo molto amato da coloro che non sono vicini alla Chiesa, ma di contro, questo non è stato gradito a coloro che invece credono che la Chiesa debba restare quella che è senza inseguire il gusto del momento.
Ha voluto piacere a tutti, ma con risultati incerti. Pensiamo ad esempio alle “benedizioni brevi” per gli omosessuali.
Ha attuato quella che lui stesso ha definito la “riforma dei media vaticani”, ricevendo anche qui critiche ed elogi. Dovendo però ammettere che alcune emittenti che rappresentavano una voce autorevole della Chiesa hanno perso la loro rilevanza.
È stato detto sia stato il pontefice più criticato, ma questo, per chi conosce la storia della Chiesa, direi che si possa definire una sciocchezza. Certo è che possa essere sembrato il più criticato, in quanto i social media l’hanno fatta da padroni in quanto tutti si sentono di dire ciò che gli passa per la testa, sentendosi in qualche modo “competenti” ed ovviamente non essendolo.
La mia critica all’uso smodato e assolutamente arbitrario dei social è oramai risaputa, ma è innegabile che amplifichino ogni piccola “notizia”.
Molti giorni prima del decesso, giravano in rete immagini, fatte con l’intelligenza artificiale, di Bergoglio morto in una bara. Si è gridato al “morto” tante di quelle volte nei giorni di ricovero al Policlinico Gemelli, che alla fine era diventato usuale vedere queste “notizie” sui vari social.
Ma papa Francesco è effettivamente deceduto il 21 aprile, giorno del lunedì dell’Angelo (meglio conosciuto come giorno di pasquetta) e la prima giornalista a darne notizia è stata Eliana Ruggiero dell’Agenzia Italia (AGI).
Anche in occasione della morte di Bergoglio i social hanno preteso di blaterare ed infatti nella Basilica Vaticana, la salma esposta ai fedeli è stata probabilmente la sua immagine più fotografata e inviata attraverso i social.
Seppure Bergoglio amasse la visibilità, forse questo non sarebbe piaciuto neanche a lui.
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