Preghiere che si tengono per mano, Giubileo della Speranza e LVIII Giornata Mondiale della Pace.

Preghiere che si tengono per mano, Giubileo della Speranza e LVIII Giornata Mondiale della Pace.

I primi giorni di questo gennaio 2025 sono stati segnati dalla neonata apertura dell’anno Giubilare e dal messaggio per la Giornata Mondiale della Pace che, come consuetudine, il Pontefice comunica il primo di gennaio.

Il Giubileo è stato dedicato proprio alla Speranza, poiché “Spes non confundit, la speranza non delude”. Questo titolo della Bolla di indizione del Giubileo sta a significare quanto sia fondamentale la speranza in questo mondo in cui divampano le armi, la distruzione, la morte, la fame e l’odio verso il prossimo.

Cammina mano nella mano alla “speranza”, la preghiera che costituisce il messaggio per la LVIII Giornata Mondiale della Pace: “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”.

Sono le parole che recitiamo nella preghiera del Padre Nostro e sono le parole che nel cuore di ogni fedele risuonano forti affinché si raggiunga la pace.

La pace è ciò che più desideriamo. Il popolo di Dio non può che cercare e sperare che in ogni parte del mondo si viva in pace. Questi ultimi anni sono macchiati da conflitti armati che straziano il cuore anche di chi non li vive sulla propria pelle in prima persona.

Sapere di fratelli e sorelle: uomini, donne, bambini ed anziani che non hanno più nulla e che talvolta non hanno neanche più nessunoè una ferita profonda; una pietas (nell’accezione originaria di rispetto verso la famiglia -qui propriamente quella umana)che da pugni allo stomaco quando vediamo le immagini di luoghi martoriati, di persone straziate e occhi di bambini che gridano paura.

Il Papa chiede di impegnarsi affinché si giunga alla pace, affermando: “La vera pace potrà nascere solo da un cuore disarmato dall’ansia e dalla paura della guerra”. “Cerchiamo- afferma il Pontefice- la pace vera, che viene donata da Dio a un cuore disarmato”. “Il disarmo del cuore è un gesto che coinvolge tutti – puntualizza papa Francesco – dai primi agli ultimi, dai piccoli ai grandi, dai ricchi ai poveri”.

Il Giubileo della Speranza, che ha avuto inizio il 24 dicembre 2024 con l’apertura della Porta Santa di San Pietro, giunge dopo 25 anni dal Grande Giubileo del 2000 con San Giovanni Paolo II. Fu un evento di portata maestosa sotto tanti punti di vista, tra i principali un elemento storico e di fede mondiale: il grande Giubileo accompagnava la cristianità e tutta l’umanità nel nuovo secolo e nel terzo millennio.

Questa prospettiva storica e di fede aveva occupato i pensieri dello stesso papa Giovanni Paolo II che disse nell’omelia della Messa di chiusura a San Pietro: <<A quest’anno Santo del Duemila avevo pensato come ad una scadenza importane, fin dall’inizio del mio pontificato. Avevo colto, in questa celebrazione, un appuntamento provvidenziale, in cui la Chiesa, a trentacinque anni dal Concilio Ecumenico Vaticano II, sarebbe stata invitata ad interrogarsi sul suo rinnovamento per assumere, con nuovo slancio, la sua missione evangelizzatrice>>.

È vero che ogni evento riguardasse San Giovanni Paolo II si tramutava inevitabilmente in un grande evento mediatico, e non certamente per volontà del Santo Padre. Ma bisogna, per onor di cronaca, sottolineare come il grande Giubileo del 2000 sia stato un grande evento mediatico che ha generato tanti eventi mediatici a sé stanti al suo interno. Uno fra tutti: il giubileo dei giovani a Tor Vergata, un momento della storia della Chiesa che rimarrà nella memoria per i momenti di forte emozione che si sono vissuti, anche attraverso la televisione.

La riflessione fatta nelle righe poco sopra ha l’obiettivo di tracciare una fotografia di quella che è stata in quegli anni una esplosione mediatica che ha fatto “vivere” eventi importanti per i fedeli anche a coloro che non avevano possibilità di viverli, come si dice ora, in presenza. Ed è questa la grande forza e bellezza dei mezzi di comunicazione.

Ora siamo immersi in una realtà in cui un certo tipo di comunicazione, una gran parte di comunicazione, è definita “istantanea”, per via di tutte le possibilità date da internet e dagli sviluppi tecnologici.

Non volendomi addentrare in riflessioni concernenti la bontà o meno dell’uso che se ne fa, mi sembra invece interessante porre l’attenzione su come questa invasiva comunicazione racconterà il neonato Giubileo della Speranza.

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