Nuova veste per la Pontificia Accademia della Teologia, Mons. Staglianò, aspetto accademico ma anche sapienziale e solidale

Vento di rinnovamento per la Pontificia Accademia di Teologia (PATH), che ha una nuova sede e statuti rinnovati. 

A presiedere l’Istituzione Pontificia è Monsignor Antonio Staglianò, che ha espresso la sua gioia per la nuova sede della PATH e per gli statuti rinnovati emanati dallo stesso Francesco, che promuovono un aspetto più sapienziale e solidale accanto a quello accademico, enfatizzando la comunicazione della fede nel linguaggio contemporaneo.

 “La sede è importante perché è uno spazio fisico per incontrarsi e riunirsi- sottolinea Monsignor Staglianò – in particolare con il consiglio direttivo per pianificare le attività, soprattutto alla luce della nuova missione data da Papa Francesco attraverso la lettera apostolica “Ad theologiam promovendam ” che è specificatamente indirizzata alla Pontificia Accademia di Teologia, promuovendo così una nuova PATH, che considera la Teologia come scienza e mediazione culturale. Infatti la Pontificia Accademia è un luogo di ricerca scientifica e la teologia è scienza e forma critica del sapere e della fede”.

“La teologia – prosegue Monsignor Staglianò – si impegna nella mediazione culturale della fede, tenendo conto delle grandi trasformazioni culturali, del pluralismo, e della società multietnica, multireligiosa e multiculturale.

La fede rimane costante, ovviamente fondata sulla rivelazione di Dio in Gesù Cristo, ma deve essere comunicata in tutte le culture ed epoche. La teologia ha quindi ha un significato pastorale, traducendo il Vangelo in termini comprensibili per ogni cultura e contesto, quindi per tutti, compresi i non cristiani e coloro che pensano di non credere.

I nuovi statuti permettono di affiancare al volto accademico della PATH un volto sapienziale e solidale.

Il volto sapienziale della Teologia implica che le acquisizioni della ricerca scientifica teologica devono essere comunicate efficacemente. Per far ciò la comunicazione è fondamentale, pertanto non valorizzarla rende inutile il lavoro teologico.

È necessario, dunque, che la teologia adotti un linguaggio, una modalità e uno stile sapienziale per essere comprensibile a tutti.

La teologia sapienziale non è di livello inferiore, ma è una forma di teologia che “sa di carne di popolo”.

La comunicazione nella teologia deve infatti- concluse Monsignor Antonio Staglianò –   entrare nella vita del popolo e affrontare i problemi dell’esistenza umana, specialmente dei poveri”.

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